Mentre la Loira, e in particolare i vigneron di Vouvray, si interrogano sull’opportunità di seguire l’esempio dell’Alsazia, indicando sulla retro-etichetta dei propri Chenin Blanc il residuo zuccherino, il Sudafrica mette la freccia. E sorpassa. L’ultima trovata della Chenin Blanc Association (Cba) è infatti “l’indicatore di stile” dello Chenin (“Fresh”, “Fruity” oppure “Rich”) che apparirà sulle bottiglie della vendemmia 2022.
A guidare i consumatori verso una scelta più consapevole, e soprattutto più vicina al proprio gusto, sarà un duplice bollino. Sarà apposto alle bottiglie di Chenin Blanc, sulla parte frontale e sul retro. La “Show-and-tell taste icon” non lascerà spazio a dubbi: “Quello che vedi è ciò che compri”, recita il claim dell’iniziativa.
Una freccia, posizionata sulla scala di valori che va da “Fresh” (“Fresco”) a “Fruity” (“Fruttato”), sino a “Rich” (“Ricco/Complesso”), spiegerà lo stile di ogni Chenin Blanc presente a scaffale, ancor prima di aprire la bottiglia e assaggiarlo.
La Chenin Blanc Association lo descrive, senza mezzi termini, come «un nuovo asso nella manica». «Parte del fascino dello Chenin è la sua versatilità», spiega Ken Forrester, uno dei principali artefici della creazione dell’Acb e della reputazione mondiale degli Chenin sudafricani.
In Sudafrica si possono ottenere Chenin Blanc assolutamente deliziosi, da quelli secchi a quelli finemente dolci; da quelli puri e freschi a quelli stratificati e complessi. La notizia non così buona è che lo Chenin, a volte, può confondere gli acquirenti. Come possono sapere quali caratteristiche gustative aspettarsi dalla bottiglia che prendono dallo scaffale?».
LA “SHOW-AND-TELL TASTE ICON” PER SCEGLIERE LO CHENIN BLANC
«Per semplificare la selezione – continua Ken Forrester – abbiamo creato un’icona a scala lineare. Inizia con “Fresco” a un’estremità e “Ricco” all’altra, con “Fruttato” posizionato proprio nel mezzo. Una freccia indica la posizione del vino lungo la linea, dal punto di vista del gusto. Non riflette la composizione chimica del vino. Serve a prevedere, in modo rapido e comprensibile, cosa ci si può aspettare dal punto di vista stilistico».
L’indicatore di stile, sviluppato in collaborazione con il South African Wine & Grape Research Institute dell’Università di Stellenbosch, è stato approvato dal South African Wine Industry and Systems (SAWIS), l’ente responsabile delle denominazioni di origine del vino sudafricano e della loro etichettatura.
La nuova icona è stata sperimentata da diversi produttori di grandi dimensioni e da piccoli produttori artigianali. Alcuni sono andati ben oltre, collegandola a un codice QR per offrire ai consumatori la possibilità di ottenere informazioni aggiuntive, su aromi e sapori dello Chenin blanc del Sudafrica.
«Speriamo che alla fine tutti i membri della Chenin Blanc Association la adottino – commenta ancora Forrester – nel tentativo di rendere gli acquisti ancora più facili. Non tutte le etichette saranno dotate di codici QR. Ma i produttori che sceglieranno questa strada saranno in grado di portare i consumatori a descrittori più approfonditi, che si allineano alla ruota degli aromi dello Chenin Blanc».
LA RUOTA DEGLI AROMI DELLO CHENIN BLANC

I descrittori sensoriali su scala lineare, da “Fresco” a “Fresco/Fruttato”, “Fruttato”, “Fruttato/Ricco” e “Ricco”, sono tratti dalla “Ruota” ideata nel 2007 dalla CBA, insieme all’Università di Stellenbosch e a diversi operatori del settore.
Secondo Forrester, i vini che si collocano sul lato “Fresh” della scala sono freschi e sapidi. Quelli che si trovano al punto “Fruity” o in sua prossimità, mostreranno caratteri di frutta e spezie. Quelli che si trovano all’estremità “Rich” dello spettro mostreranno probabilmente qualche traccia di affinamento in legno e note di frutta cotta o secca, con memorie di burro e vaniglia.
«Gli sforzi per costruire il profilo di prestigio dello Chenin Blanc del Sudafrica a livello nazionale stanno già dando i loro frutti – sottolinea Ken Forrester – con vini dal prezzo compreso tra R100 e R120 a bottiglia (dai 5,95 ai 7.10 euro, ndr) che cresceranno del 96% in volume tra il 2020 e il 2021».
Nel frattempo, gli Chenin venduti al dettaglio tra i R90 e R100 (dai 5,30 ai 5,95 euro) sono aumentati dell’87%. Quelli nella fascia tra R70 e R80 (4,15 / 4,70 euro) del 49% nello stesso periodo. «Nel complesso – conclude Forrester – c’è stata una buona crescita in valore, ma siamo particolarmente soddisfatti dell’interesse crescente per i vini con un prezzo superiore a 70 Rand».
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- Consumi in calo e ProWein 2025 in bilico: che aria tira in Germania?
- Aglianico del Vulture Docg Superiore 2020 Don Anselmo, Paternoster
- Vittoria Doc Frappato 2023 Vigna Biddine Sottana 2023, Valle dell’Acate
- La Famiglia del Vino: in Romania il concorso enologico organizzato dai Păduraru
- Denny De Vito e il Classese dell’Oltrepò: il Metodo classico Pavese al cinema
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.